mercoledì 25 maggio 2016

Passenger 19

Passenger 19Ward Larsen
My rating: 3 of 5 stars

Pubblicato 5 gennaio 2016 da Oceanview Publishing

Un piccolo jet precipita in Colombia e l'autorità per le indagini sugli incidenti aerei americana manda un proprio investigatore a supporto della squadra locale, investigatore che, contro qualsiasi logica, è il padre di una delle presunte vittime. Basta questo per far capire che in questo incidente qualcosa non va, anche e soprattutto perché il corpo della figlia dell'investigatore non si trova, così come quello di un'altra ragazza, che le assomigliava molto e occupava il sedile vicino a lei. Presto l'investigatore, che è tutto muscoli, ma anche cervello (sono un giocatore di rugby, dice di se stesso per giustificare questo incredibile binomio), riesce a intuire la vera dinamica degli eventi, nonostante la sua controparte colombiana sia stata uccisa con un colpo di pistola e nonostante un minaccioso maggiore della polizia faccia di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote.
Man mano che le pagine girano, i muscoli dell'investigatore e padre americano vengono messi sempre di più alla prova, fino allo scontro finale, nel cuore della foresta pluviale, in un crescendo pirotecnico e wagneriano.
Romanzo piuttosto divertente, nonostante l'intreccio sia un po' troppo trasparente e nonostante alcuni personaggi, come il padre della seconda ragazza scomparsa, siano privi di spessore e visti fin troppe volte.


A small jet crashes in Colombia and the American authority for the investigation of aviation accidents sends its own investigator in support of the local team, investigator who, against all logic, is the father of one of the alleged victims. This is enough to make people understand that this incident is something wrong, not least because the investigator's daughter body is not found, as well as that of another girl who looked a lot like her and occupied the seat next to her. Soon the investigator, who is heavily muscled, but has also a brain (I am a rugby player, says of himself to justify this incredible combination), is able to sense the true dynamics of events, despite his Colombian counterpart was killed by a gunshot and despite a threatening police major do everything to stick a wrench in the gears.
As the pages turn, the muscles of the American investigator and father are increasingly tested, up to the final battle, in the heart of the rain forest, in a pyrotechnic and Wagnerian crescendo.
Rather amusing novel, although the plot is a bit too transparent and despite some characters, like the father of the second disappeared girl, are free of thickness and seen too many times.

lunedì 23 maggio 2016

Timira. Romanzo meticcio

Timira. Romanzo meticcio Wu Ming 2, Antar Mohamed Marincola
My rating: 3 of 5 stars

Pubblicato 2012 da Einaudi

Timira, ovvero Isabella Marincola, è un personaggio realmente esistito, e questa, scritta a quattro mani da Wu Ming 2 e dal figlio della protagonista, è la sua biografia romanzata. Isabella è un personaggio sopra le righe, e non può essere altro perché, fin dalla sua nascita, è stata trattata come una specie di fenomeno da baraccone e purtroppo, nel corso e ricorso storico dell'italiota italietta, tornata ad essere fenomeno da baraccone quando il sempre più pressante e urgente fenomeno migratorio ha aperto le gabbie dei fascisti e dei razzisti di ritorno, quelli convinti di essere meglio degli altri per meriti di razza, quelli convinti che essere e fare le cose in modo diverso significhi essere inferiori e non, appunto, semplicemente diversi.
Detto questo, ho trovato il libro un po' discontinuo e un po' troppo bianco o nero, forse l'avrei gradito un po' più meticcio, e non riesco a capire se questo sia derivato dalla vera personalità di Isabella, che si è sempre sentita e comportata come una fuori casta, dalla difficile amalgama di due mondi.


venerdì 20 maggio 2016

Sleeping Giants

Sleeping GiantsSylvain Neuvel
My rating: 3 of 5 stars

Pubblicato 26 aprile 2016 da Del Rey

Il giorno del suo compleanno una bambina, provando la bicicletta nuova, si addentra nel bosco e cade in una buca. Ad attenderla in fondo alla buca c'è una mano, una mano gigante fatta di un metallo sconosciuto e circondata di pannelli dello stesso materiale, coperti di simboli. Sarà il caso, sarà la predestinazione, questa stessa bambina, diversi anni dopo, si ritroverà a capo del progetto per mettere insieme e studiare il gigantesco robot alieno del quale la mano da lei casualmente trovata era solo il primo pezzo. Seguono vicende varie, complete di parecchie manipolazioni in classico stile complottista americano, fino a un finale aperto che fa pensare che, a breve, arriverà un seguito.
Detta così la trama ha un suo interesse, se non che è spezzettata in una serie di interviste ai vari protagonisti fatte da un misterioso personaggio che sembra quasi onnisciente e dotato di poteri fuori dall'ordinario, il quale viene a sua volta intervistato da un personaggio ancora più misterioso che rivela e non rivela di essere un discendente degli alieni che hanno lasciato il robot. Il continuo cambiamento di punto di vista alla lunga diventa pesante da sopportare, senza contare che questo fa spesso perdere la connessione tra gli eventi.
Molti avvenimenti non hanno spiegazione e di molti personaggi non è chiara la motivazione. Certo, come già detto, questo è di sicuro il primo libro di una saga, ma la mancanza di una vera conclusione degli eventi presenti, invece di stimolare la lettura dell'eventuale prossimo volume, rischia di innervosire il lettore.


The day of his birthday a little girl, trying the new bike, goes into the woods and falls into a pit. Waiting for her at the bottom of the hole there is a hand, a giant hand made of an unknown metal and surrounded by panels of the same material, covered with symbols. Will be the case, will be the predestination, this same child, several years later, he finds herself at the head of the project to bring together and study the giant alien robot whose hand she was just randomly found the first piece. Following various events, complete with several manipulations in classic American conspiracy style, up to an open ending which suggests that, in short, a follow will come.
That way the plot has its own interest, except that it is broken up into a series of interviews with various protagonists made by a mysterious character that seems almost omniscient and endowed with extraordinary powers, who is in his turn interviewed by a even more mysterious character who reveals and does not reveal to be a descendant of the aliens who have left the robot. The constant change of perspective in long run becomes heavy to bear, not to mention that this often miss the connection between events.
Many events have no explanation and of many characters the motivations aren't clear. Of course, as I said, this is certainly the first book of a saga, but the lack of a true conclusion of the events, instead of stimulating the reading of any next volume, is likely to irritate the reader.

lunedì 16 maggio 2016

Il castello di San Michele

Il castello di San Michele Laura Caputo
My rating: 4 of 5 stars

Pubblicato 2012 da Leucotea

Tecnicamente parlando, questo è un metalibro, vale a dire un libro che nella sua narrazione parla della realizzazione di un altro libro, nella fattispecie la biografia di un famoso pericolo pubblico numero uno, che dal suo ergastolo fa e disfa da trent'anni cose di camorra.
Lei, la protagonista e voce narrante, è una giornalista che da molti anni vive all'estero, nota per aver intervistato i peggiori criminali d'oltralpe, e forse per questo, per questa sua capacità di entrare nel cuore nero di questi personaggi pur mantenendo distacco, neutralità e chiarezza, è stata scelta dal boss per diventare un'inviata nel suo mondo, che deve descrivere al mondo esterno e finanche a lui stesso.
Ma la Campania non è Marsiglia e l'Italia non è la Francia, e la giornalista si ritroverà contesa, si ritroverà a cercare di non essere definita "cosa nostra" da ciascuno degli attori, nonostante lei cerchi di tirare dritto per la sua strada, sorretta da un mix di forza di carattere, ingenuità e incoscienza.
Nonostante la sua determinazione però, il groviglio diventa ogni giorno più inestricabile, fino all'inesorabile conclusione, determinata dal fatto che nessuno, né i buoni né i cattivi, intende rinunciare al ruolo che si è scelto.
Libro ben scritto, interessante, chiaro frutto di un'intensa attività di ricerca e di una notevole indipendenza di pensiero. Personaggi profondi, funzionali, minuziosi e interessanti anche quando sono minori; tra tutti spicca quella specie di voce della coscienza della protagonista che è 'zi Mario, che ogni mattina, sulla panchina del giornalaio, incontra la giornalista e "le spiega che pensa", lasciandola pronta per un'altra giornata di domande e di dubbi.
Da leggere.

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domenica 15 maggio 2016

When She Was Bad

When She Was Bad Tammy Cohen
My rating: 4 of 5 stars

Pubblicato 21 aprile 2016 da Black Swan

Un evento terribile accade a Londra e una docente di psichiatria ormai prossima alla pensione se ne interessa in modo particolare. Da qui parte una storia complessa, a tratti disturbante, raccontata a più voci dai protagonisti degli eventi, che passano da un caso particolarmente orribile di maltrattamento infantile a un altro caso, particolarmente fastidioso, di bullismo sul luogo di lavoro.
E' soprattutto attraverso la voce di Anne, giovane dottoressa in un mondo di psichiatria universitaria americana carico di testosterone, che veniamo a conoscenza dei tragici avvenimenti del passato, e di come il fato dei due bambini maltrattati dalla famiglia sia stato segnato inesorabilmente dall'incapacità maschile di fare le giuste domande e dal desiderio di successo in ambito accademico. O per lo meno, il fato di uno due bambini, quello più danneggiato, quello che, con molta superficialità, verrà dato in adozione a Londra.

A terrible event happens in London and a female professor of psychiatry now close to retirement is interested in it in a particular way. From here begins a complex story, at times disturbing, told by many voices from the protagonists of the events, which rose from a particularly horrible case of child abuse to another case, especially annoying, of bullying in the workplace.
It is especially through the voice of Anne, young doctor in the testosterone load world of American University of Psychiatry , which we learn of the tragic events of the past, and how the fate of the two children mistreated by the family was inexorably marked by the men's inability to asking the right questions and the desire for success in academia. Or at least, the fate of one of the two children, the most damaged, the one that, with a lot of superficiality, will be given up for adoption in London.

mercoledì 11 maggio 2016

La porta

La portaMagda Szabó
My rating: 5 of 5 stars

Titolo originale Az ajtó - 1987
Pubblicato in Italia 22 ottobre 2013 da Einaudi

Ci sono persone che, una volta entrate nella nostra vita, funzionano da spartiacque. C'è la vita prima di loro, magari attiva, interessante, a suo modo completa, e c'è la vita dopo, quella che si consuma nel rimpianto e magari nell'incubo. Emerenc è per l'autrice di questo romanzo, e per noi lettori, una di queste persone. Una specie di regina barbarica, bellissima e potente come solo coloro che nascono e rinascono costantemente dalle proprie ceneri possono essere, un personaggio talmente pieno di amore da riversarlo in un flusso costante su tutti coloro che la circondano. Bellissima, potente, ma anche capricciosa, talmente certa che la salvezza e il bene comune possano passare solo attraverso di lei da usare con chi ama metodi da domatore, imparziale nel suo uso della carota e del bastone nei confronti di uomini e animali, che ne percepiscono il potere e subiscono qualsiasi punizione come se fosse un dono.
Il rapporto conflittuale tra la domestica Emerenc e l'autrice si risolverà tutto a favore della prima, perché, non avendo la seconda rispettato i patti e gli equilibri della loro strana relazione, verrà punita con quell'assenza perpetua che è la morte.
Peccato qualche zoppia nella traduzione.


martedì 10 maggio 2016

The Cauliflower®

The Cauliflower® Nicola Barker
My rating: 3 of 5 stars

Pubblicato 21 aprile 2016 da William Heinemann

Alla fine dell'ottocento visse in India un santone, uno dei tanti, si potrebbe dire, che quella terra intrisa di misticismo sforna a profusione, se non che questo individuo, a differenza di quasi tutti gli altri, invece di trovare dio attraverso le scritture, lo andava cercando attraverso un rapporto personale, spesso apparendo, agli occhi delle persone normali, niente più che un pazzo furioso. Questo santo pazzo, o pazzo santo che dir si voglia, è tutt'ora conosciuto come Sri Ramakrishna, e questa è una specie di biografia non autorizzata e piuttosto divertente, che racconta la sua storia mettendola in alcuni punti a confronto con quella di Madre Teresa, anche se, secondo me Sri Ramakrishna assomiglia di più a San Francesco, sia dal punto di vista degli atteggiamenti poco ortodossi sia dal punto dei risultati nel campo della ricerca della fede.
La struttura del romanzo è piuttosto insolita, e questo a volte ne rende difficile la lettura, senza contare che nell'ultima parte viene dato eccessivo spazio dato alle lamentazioni di Hridayram, nipote e servitore un po' infedele del guru.


The late nineteenth century a holy man lived in India, one of many, you could say, that that land imbued of mysticism produces in abundance, if not this individual, unlike almost all the others, instead of finding God through scripture, was looking through a personal relationship, often appearing in the eyes of ordinary people, nothing more than a madman. This holy fool, or fool holy, if you prefer, is still known as Sri Ramakrishna, and this book is a kind of unauthorized and quite funny biography, that tells his story comparing it in some points with the one of Mother Teresa , although, in my opinion Sri Ramakrishna looks more like St. Francis, both from the point of view of the unorthodox attitudes both in terms of results in research of the faith.
The structure of the novel is quite unusual, and this sometimes makes it difficult to read, not to mention that in the last part too much space is given to the lamentations of Hridayram, niece and a little infidelservant of the guru.

domenica 8 maggio 2016

A New Day in America

A New Day in America Theo Gangi
My rating: 4 of 5 stars

Pubblicato 21 gennaio 2015 da Full Fathom Five Digital

Lo sfondo assomiglia a quello di La strada, di Cormac McCarthy, ma per raggiungere il livello di disperazione di McCarthy occorre un coraggio fuori dall'ordinario, e quindi, nonostante la catastrofe nucleare, nonostante la malattia, nonostante una perversa setta religiosa, nonostante un nemico personale disposto a tutto per portargli via la sua unica ragione di vita, il protagonista di A new day in America, una specie di Rambo governato dall'istinto paterno invece che dalla sete di vendetta, riuscirà a portare a termine la sua missione e a salutarci mentre si imbarca per iniziare una nuova vita.
Piacevole e ben scritto, a tratti molto coinvolgente, e con alcuni personaggi, non necessariamente quelli in primo piano, decisamente interessanti.


The background resembles that of The Road, by Cormac McCarthy, but to achieve McCarthy's level of desperation one needs a courage out of the ordinary, and then, despite the nuclear catastrophe, despite the disease, despite a perverse religious sect, despite a personal enemy that will do everything to take away his only reason for living, the protagonist of A new day in America, a kind of Rambo ruled by paternal instinct rather than by a thirst for revenge, will be able to accomplish his mission and to say us goodbye as he embarks for a new life.
Pleasant and well written, sometimes very addictive, and with some characters, not necessarily those in the foreground, very interesting.



mercoledì 4 maggio 2016

Il saltozoppo

Il saltozoppoGioacchino Criaco
My rating: 4 of 5 stars

Ci sono due famiglie in Aspromonte, due famiglie come ce ne sono tante, che si odiano da secoli di un odio che niente può estinguere. Una denomina se stessa i Lupi, l'altra le Aquile. Come spesso accade, l'odio si trasmette per via patrilineare, che le donne hanno bel altro nella testa, e provano, da secoli, a far entrare un po' di buon senso nella testa dei loro uomini. Due dei rampolli di queste casate sono andati lontano, a nord, forse nel tentativo di far uscire la peste dell'odio dal loro sangue, hanno persino sposato donne di fuori sperando che quel sangue nuovo scacciasse il vecchio dalle vene dei loro figli, ai quali hanno dato nomi slegati dalla tradizione, ma alla fine il richiamo della terra li ha riportati là dove l'odio germoglia. E un giorno i figli si incontrano: sono due gemelli, maschio e femmina, che si amano con l'amore assoluto dei gemelli, e un ragazzo, che amerà la figlia del nemico di suo padre con amore di uomo per la donna della sua vita.
E' una storia contorta, dolorosa, piena di sangue, di morti e d'amore quella che scrive Criaco, la storia di una peste che scorre nel sangue e che deve in qualche modo esorcizzata e scacciata, perché non ci riescono i morti, non ci riesce la galera, non ci riesce la mafia cinese, la peste può essere vinta solo dall'amore.
Un libro molto interessante e ben scritto, una piacevole sorpresa da parte di un autore che mi era del tutto sconosciuto.


martedì 3 maggio 2016

E Johnny prese il fucile

E Johnny prese il fucileDalton Trumbo
My rating: 5 of 5 stars

Joe è un bravo ragazzo americano partito per andare a fare la guerra in nome della libertà. In nome della libertà di un altro popolo, per la precisione. Un eroe, uno a cui dobbiamo molto. Uno dei tanti ragazzi partiti soldati integri nel corpo e nell'anima, dei quali però sarebbe stato meglio portare indietro la bara. Perché Joe è saltato su una mina, e di lui è rimasto un tronco: niente braccia, né gambe, né faccia, né occhi né orecchie. Un cervello intatto, chiuso in una scatola cranica, senza alcuna possibilità di contatto col mondo. Eppure, in questo libro che è un unico, lungo grido di dolore, Joe trova il modo di mettersi in contatto col mondo con quel poco che gli resta: la sua pelle, i muscoli del collo, il suo cervello intatto e una volontà ferrea. Nel suo cervello intatto Joe ragiona sui motivi della guerra, sull'ignobile armatevi e partite per cui chi fomenta la guerra poi, integro di gambe e braccia, distribuisce medaglie a chi per quella guerra che in fondo non ha voluto, e nemmeno lo interessava, gambe e braccia non ha più, e per dire questo trasforma il suo grido di dolore in una invettiva che dovremmo tenere a mente ogni volta che qualcuno suona le trombe di guerra. Chi andrà a combatterla? E in gioco la nostra libertà o gli interessi sono altri? Joe troverà il modo di far parlare il suo corpo e offrirsi come monito, come memento di quelle che sono le conseguenze vere e reali della guerra, ma, quando troverà questo modo, il suo messaggio verrà giudicato talmente rivoluzionario e pericoloso che la sua mente pensante verrà addormentata per sempre.
Uno stile di scrittura unico, una voce alta, chiara e diretta, per un libro che dovrebbe essere proposto più spesso come lettura.