Laura Caputo
My rating: 4 of 5 stars
Pubblicato 2012 da Leucotea
Tecnicamente parlando, questo è un metalibro, vale a dire un libro che nella sua narrazione parla della realizzazione di un altro libro, nella fattispecie la biografia di un famoso pericolo pubblico numero uno, che dal suo ergastolo fa e disfa da trent'anni cose di camorra.
Lei, la protagonista e voce narrante, è una giornalista che da molti anni vive all'estero, nota per aver intervistato i peggiori criminali d'oltralpe, e forse per questo, per questa sua capacità di entrare nel cuore nero di questi personaggi pur mantenendo distacco, neutralità e chiarezza, è stata scelta dal boss per diventare un'inviata nel suo mondo, che deve descrivere al mondo esterno e finanche a lui stesso.
Ma la Campania non è Marsiglia e l'Italia non è la Francia, e la giornalista si ritroverà contesa, si ritroverà a cercare di non essere definita "cosa nostra" da ciascuno degli attori, nonostante lei cerchi di tirare dritto per la sua strada, sorretta da un mix di forza di carattere, ingenuità e incoscienza.
Nonostante la sua determinazione però, il groviglio diventa ogni giorno più inestricabile, fino all'inesorabile conclusione, determinata dal fatto che nessuno, né i buoni né i cattivi, intende rinunciare al ruolo che si è scelto.
Libro ben scritto, interessante, chiaro frutto di un'intensa attività di ricerca e di una notevole indipendenza di pensiero. Personaggi profondi, funzionali, minuziosi e interessanti anche quando sono minori; tra tutti spicca quella specie di voce della coscienza della protagonista che è 'zi Mario, che ogni mattina, sulla panchina del giornalaio, incontra la giornalista e "le spiega che pensa", lasciandola pronta per un'altra giornata di domande e di dubbi.
Da leggere.
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