The Bazaar of Bad Dreams by Stephen King
My rating: 5 of 5 stars
Pubblicato il 3 novembre 2015 da Scribner
Pubblicato in Italia col titolo Il bazar dei brutti sogni - 22 marzo 2016 da Sperling & Kupfer
Wow! E poi ancora wow. Il massimo punteggio assegnabile non è sufficiente per spiegare i meriti di questa raccolta di racconti. Soprattutto perché è una raccolta, genere di per se stesso di solito non omogeneo dal punto di vista qualitativo, mentre in questo caso ogni singolo pezzo è quanto di più prossimo si possa immaginare alla perfezione (eccetto uno, ma nella prefazione allo stesso Zio Steve parla dei suoi limiti in quel genere, cosa alla quale va aggiunto il fatto che proprio riguardo a quello specifico genere io sono particolarmente critica e in ogni caso questo inciso non sposta di una virgola il valore del volume). In moltissime recensioni ai libri di King, ho scritto che la mente del re deve essere una specie di retrobottega, pieno di cose messe via chissà quando e da cui lui poi pesca quando gli serve, e tutto questo libro, a partire dal titolo, mi sembra una lampante dimostrazione che lui stesso vede la sua mente allo stesso modo. E questa è un'idea che mi piace moltissimo.
I racconti esplorano quasi tutti gli argomenti e i generi sui quali e nei quali King ha scritto nella sua vita, e i diversi modi di scrivere, in ogni caso però aggiungendo la maturità, la sempre maggiore comprensione del mondo e, perché no, il sempre maggiore mestiere, alla qualità della scrittura.
Letto in inglese eh, che di brutte sorprese con le traduzioni dei libri del mio zio preferito mi sono stancata.
Wow! And then wow. The maximum score awardable is not enough to explain the merits of this collection of short stories. Especially because it is a collection, generally a thing usually not homogeneous in itself from the qualitative point of view, while in this case each piece is the closest neighbor imaginable to perfection (except one, but in the preface to the same Uncle Steve speaks of its limitations in that genre, something which must be added to the fact that just about that specific genre I am very critical and even so this impact does not move one iota the volume value). In many reviews to King books, I wrote that the mind of the king must be a kind of storehouse, full of things put away who knows when and from which he draws them when he needs, and all this book, from the title, seems to me a clear demonstration that he himself sees his mind in the same way. And this is an idea that I love.
The stories were all about the topics and genres on which and in which King wrote in his life, and all the different ways of writing, but in any case there is the added maturity, the increasing understanding of the world, and why not, the increasing trade, to the quality of writing.
Read in English eh, that I got tired with the disappointments with the translations of the books of my favorite uncle.
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