Bernard Malamud
My rating: 3 of 5 stars
Titolo originale A new life - prima edizione 1961
Probabilmente andrò in controtendenza, ma questo libro, così celebrato e scritto anche molto bene, mi ha annoiato. Nel preciso momento in cui Pauline versa addosso a Levin una cucchiaiata di pasticcio di tonno e patate bollente si sa già come andranno le cose, e questo avviene in una delle prime pagine.
Dirò di più, nel preciso momento in cui il marito di Pauline insiste perché Levin passi la prima notte di soggiorno nella città universitaria dove si è appena trasferito, sotto il suo stesso tetto, è perfettamente chiaro che tipo di persona è ed è possibile prevedere che cosa succederà, fino agli ultimi, squallidi dettagli. Il protagonista è di una goffaggine caricaturale, che però, a differenza di quella esibita da altri personaggi della letteratura americana di origine ebraica, non fa ridere per niente, fa anzi vergognare, per lui e per noi che, leggendo di lui, ci sentiamo dei guardoni.
Gli altri personaggi, non sono personaggi: troppo monodimensionali e incapaci di uscire dal loro ruolo, creando un po' di interesse.
Niente a che vedere con Roth, e nemmeno con Yates di Revolutionary Road, al quale questo libro è stato spesso paragonato.
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