William Wall
My rating: 4 of 5 stars
Pubblicato 3 febbraio 2000 da Sceptre Book
Recensione pubblicata su Inkroci del 4 luglio 2016
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Alice tradisce il marito. Alice va a letto con un uomo assai più giovane di lei, uno studente di filosofia che la ama citando Kirkegaard e vorrebbe addirittura che andasse a vivere con lui.
Alice è una donna ricca, moglie di un uomo potente. Forse si annoia, la sua vita di signora bene senza nulla da pensare se non a qualche party e a qualche vernissage, e senza nulla di cui preoccuparsi se non che le finanze del marito continuino a essere floride, la spinge a cercare avventure.
Ma, all’improvviso, al respiro lieve dell’amante addormentato, unico rumore nell’alcova dopo l’amplesso clandestino, si sostituisce il suono insistente di un clacson, seguito da insulti urlati: questo apre una piccola crepa dalla quale si può scorgere a quale vita cerca di sfuggire Alice rifugiandosi tra le braccia di un giovane e dolce amante, perché l’impaziente e maleducato autista, che non sopporta di stare nemmeno cinque minuti in coda dietro al camioncino del latte, è Paddy, il marito di Alice.
Oltre che impaziente e maleducato Paddy è un sadico, un violento e un manipolatore che riconosce le sue vittime con infallibile fiuto, un fiuto che gli permette di individuare le persone danneggiate dalla vita, soprattutto donne, e che Paddy sembra possedere da sempre.
Perché, prima di sposare Alice, Paddy era fidanzato con Sheila, la sua sorella maggiore, morta in un incidente, e le due sorelle hanno in comune lo stesso orribile segreto, quello di essere state violentate ancora bambine da un sacerdote, lo stesso.
Giovanissima e in cerca di riscatto, Alice, che pure non lo ama, si convince di aver attratto Paddy fino a farsi sposare perché lui la porti lontano da una vita di abusi, ma dopo anni di un matrimonio disastroso, fatto di sottomissione e violenza, arriva finalmente a capire che è stato invece Paddy a scegliere lei, a causa del suo “odore” di vittima, e a causa del segreto che la accomuna alla sorella.
Portano con sé il caratteristico odore delle vittime tutti coloro che ruotano intorno a Paddy.
Anche Nora, compagna di università di Sheila e Paddy, segretamente innamorata di lui, che gli si è offerta come consolatrice alla morte di Sheila, presa come amante e poi lasciata più e più volte, anche dopo il matrimonio con Alice, anche dopo che lei si è sposata con Mick e che, una volta messa definitivamente da parte, sprofonderà in una allucinata depressione, fino a suicidarsi con una overdose di farmaci.
Lo porta addosso anche Sandy, l’ultima amante di Paddy, che lui picchia selvaggiamente e che finirà con lo stuprare davanti ad Alice, scatenando gli eventi che porteranno alla sanguinosa conclusione del romanzo.
Wall costruisce i propri personaggi con acuta perizia psicologica, dal giovane studente di filosofia che con Alice scopre l’amore con intensità tale che, quando arriverà a credere che Alice è incapace di amare, penserà di abbandonare gli studi ritenendo che la filosofia senza una speranza d’amore sia del tutto inutile, fino a Mick Delany, marito di Nora e a sua volta vittima di Paddy, che, pur essendo un uomo tutto sommato buono, alla fine non riuscirà a eludere il richiamo dell’odore di vittima che Alice porta con sé.
La discesa agli inferi di Alice, il suo precipitare in una lucida follia che la fa a sua volta diventare una carnefice, il sempre più serrato monologo interiore che ricostruisce per il lettore la sua storia di bambina abusata, il continuo cercare di scrollarsi di dosso il ruolo di vittima per prendere in mano la propria vita ne fanno un personaggio difficile da dimenticare.
La seconda metà del romanzo può essere difficile da affrontare per i lettori più sensibili, a causa della crescita esponenziale della violenza, che tuttavia non è mai gratuita e la cui descrizione non è ingiustificata: solo attraverso di essa è infatti possibile comprendere il reale stato di disgregazione morale e psicologica dei personaggi.
A parte il giovane studente di filosofia, la cui purezza però si guasta col crescere del suo disperato amore per Alice, esiste un solo personaggio positivo in tutto il romanzo, ed è Billy, il proprietario della galleria d’arte intorno alla quale si svolge una parte degli eventi.
Billy, che si occupa con grande affetto di Sandy quando per la prima volta la violenza di Paddy eccede quella tollerabile in un rapporto sado-masochistico, è omosessuale.
Di lui Sandy dice ad Alice che le piacerebbe che invece fosse eterosessuale; Alice risponde: “He’d be the only straight man in Ireland if he was”.
Il gioco di parole, di difficile traduzione in italiano, sta a significare che Billy è l’unico uomo retto nella vita delle due donne (straight è parola gergale per eterosessuale, ma significa dritto, retto).
La scrittura di Wall è tersa, a tratti poetica, e le sue descrizioni di personaggi e ambienti hanno una qualità pittorica; a tratti, però, i cambiamenti di scena e di attori, nonostante siano giustificati dalla sempre maggiore sovrapposizione -nella mente di Alice- tra Padre Bennis, il sacerdote che l’ha violentata da bambina, e Paddy, sono un po’ bruschi, e questo può spiazzare il lettore.
Nonostante ciò, è un romanzo che vale davvero la pena leggere.
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