Minae Mizumura
My rating: 4 of 5 stars
Originale giapponese del 5 novembre 2008
Pubblicato in inglese il 6 gennaio 2015 da Columbia University Press
Quello sulla strabordante preponderanza della lingua inglese, del suo a poco a poco diventare la lingua egemonica a livello mondiale, è un dibattito molto vivace e molto interessante, e sono molto interessanti le tesi esposte dalla scrittrice Minae Mizumura, così come lo è la tesi del bilinguismo diventato una necessità per chi voglia muoversi, a qualsiasi livello, nel mondo di oggi. Come dicevo tutto davvero molto interessante, anche se per molti versi non del tutto originale, fino a quando la discussione non entra profondamente nel problema costituito dal Giappone.
Io sono un'appassionata della letteratura giapponese, e ho letto diversi degli autori citati come esempio di letteratura classica moderna di quella nazione, Mishima in primis, amandoli moltissimo, così come ho letto autori più recenti, compreso l'acclamato Murakami, ricavandone invece una sorta di fastidio. Quella che descrive Mizimura è, a tutti gli effetti, un'autentica catastrofe linguistica messa in opera con scarsissima lungimiranza dai giapponesi stessi, cosa della quale mi dispiace profondamente.
Piccola nota di costume: mi auguro che questo libro non venga mai tradotto in italiano. La maggior parte dei governanti italiani non sono bilingui, e quindi non sono in grado di leggere quanto strenuamente perseguito dal governo giapponese per distruggere la propria lingua, potrebbe venirgli qualche idea sul come perseguire più efficacemente un obiettivo che a quanto pare si sono già prefissati nei confronti della lingua italiana.
The one about the overflowing preponderance of English, that
gradually becoming the hegemonic language in the world, is a very lively
and very interesting debate, and the arguments set out by the writer
Minae Mizumura are very interesting, as is the thesis of bilingualism
becoming a necessity for those who want to move, at any level, in
today's world. As I said all very interesting, although in many ways not
entirely original, until the thread does not enter deeply into the
problem of Japan.
I am fond of Japanese literature, and I read
several of the authors cited as an example of modern classical
literature of that nation, Mishima first, loving them so much, as I read
more recent authors, including the acclaimed Murakami, obtaining
instead a sort of annoyance. The one that Mizimura describes is, in
effect, a true linguistic catastrophe, implemented with very little
foresight by the Japanese themselves, something which I deeply regret.
Small
note of costume: I hope that this book will never be translated into
Italian. Most Italian rulers are not bilingual, and therefore are not
able to read how strenuously pursued the Japanese government the scourge
of their own language, could avoid they have some ideas on how to more
effectively pursue a goal that apparently have already set about the
Italian language.
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