Erich Maria Remarque
My rating: 5 of 5 stars
Titolo originale Im Westen nichts Neues - 1928
Pubblicato in Italia 2001 da Mondadori
Non un libro sulla guerra, ma su quel che la guerra fa alle persone, in particolar modo ai giovani che vengono circuiti a parteciparvi da persone che non si possono vedere altro come maligni dispensatori di morte, quelli per cui si applica il motto "armiamoci e partite".
E questi giovani, attraverso esperienze insostenibili in anni in cui la personalità non è ancora formata, diventano generazioni perdute.
Diventano i reduci dal Vietnam e quelli dalla Guerra del Golfo, così come i soldati bambini di infinite guerre innominate.
Persone che non riescono a riprendere il loro posto nella società semplicemente perché questo posto non lo hanno mai avuto, si stavano solo preparando a capire chi erano e che cosa potevano diventare, e la guerra ne ha martoriato i corpi e annientato le anime.
Non a caso il nazismo mise al bando questo libro e il suo autore, perché Hitler stesso era uno dei reduci privati dell'anima di cui questo libro parla, e il suo modo per riappropriarsi di ciò che era suo fu l'orrore della Seconda Guerra Mondiale.
Tradotto benissimo, nonostante l'età, dovrebbe esserne obbligatoria la lettura in qualsiasi circostanza in cui si riuniscano tromboni con in bocca le vuote parole onore della patria.
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