Leo Tolstoy
My rating: 5 of 5 stars
Prima edizione 1873
Tolstoj è un grande cuoco, che riesce a mescolare i suoi ingredienti in ricette sempre nuove.
E' abbastanza facile riconoscere nei caratteri che compongono Anna Karenina le stesse tipologie di base che compaiono in Guerra e pace, sviluppati in grado diverso, certamente, ma assolutamente familiari.
In realtà la storia di Anna è quasi marginale rispetto al vero scopo del romanzo, che è seguire l'evoluzione spirituale di Levin, che è il solo che avrà, appunto, un'evoluzione spirituale.
Anna è un personaggio tragico, una donna modernissima nella sua storia di amore assoluto, passione e depressione, i sentimenti di Anna potrebbe provarli ciascuna donna di oggi, mentre nessuna donna di oggi potrebbe immedesimarsi in Kitty, che è la madre russa per definizione.
In realtà Tolstoj, proprio per essere come è, non può penetrare fino in fondo nella complessa psicologia di Anna, ce ne presenta i tratti, ci fa vedere le conseguenze delle sue azioni, ma in realtà non è in grado di capire perché lei agisca come agisce. Anna quindi si trasforma in uno stereotipo, un esempio della donna che invece di vivere secondo i principi tipicamente russi come li intende Tolstoj, segue le sue passioni e diventa, per queste, una donna perduta, rovinando tutti coloro con cui viene in contatto, un'isterica senza alcuna speranza.
Un autore moderno avrebbe chiuso il romanzo dopo la tragica morte di Anna, invece Tolstoj, che è un autore morale, aggiunge un'ultima parte, quella per l'appunto della presa di coscienza di Levin, mostrandoci definitivamente che la storia di Anna è per lui solo un pretesto.
Bellissimo!
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