Emilio Salgari
My rating: 3 of 5 stars
Prima pubblicazione 1883
Edizione del 1991 da Viglongo
La storia di Sandokan, di Yanez il portoghese e della perla di Labuan la conoscono tutti, è una di quelle storie che attraversano come miraggi la nostra infanzia.
Se non che capita di rileggere questi libri quando si è adulti, a volte va bene e a volte no.
E purtroppo Salgari non regge il ricordo, non tanto per la storia e i personaggi, che sono vivi e vitali e si incidono di nuovo nella memoria, quanto per il linguaggio, che è quello roboante e finto colto degli annunci pubblicitari che comparivano sui giornali dei quali i suoi libri erano appendice.
Le descrizioni dei paesaggi e della natura sono chiaramente didascalie enciclopediche, e i dialoghi sono a dir poco penosi.
Tutto il romanzo non è niente altro che un libretto d'opera ipertrofico, nel quale il tenore (Sandokan) duetta col soprano (Marianna), in una continua ripetizione dei propri sentimenti, dell'amore, della volontà di riscatto, senza che nessuno dei due riesca mai a dire qualcosa di intelligente (le poche frasi intelligenti le dice Yanez).
Nonostante ciò, Salgari ha compiuto un miracolo, perché i suoi personaggi hanno la forza degli immortali.
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